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PIAGET E I QUATTRO STADI DELLO SVILUPPO COGNITIVO

Di Federica

Piaget, fonda la sua teoria dello sviluppo cognitivo sull’associazione di quattro stadi . Ciascuno stadio è legato all’età dell’individuo, quindi, man mano che progredisce l’età progrediscono anche le capacità cognitiva.

Nello specifico, diciamo che un modo diverso di pensare, di comprendere il mondo, trasforma uno stadio in cui l’individuo si trova, in uno stadio più avanzato.

STADIO SENSOMOTORIO (da 0 a 2 anni)

Si estende per i primi 24 mesi e copre la prima infanzia. I bambini conoscono il mondo attraverso le azioni fisiche che compiono su di esso. Durante questo stadio si formano gli schemi d’azione o comportamentali.

Il bambino, quindi, conosce il mondo tramite le attività pratiche e motorie che lo mettono in relazione con la realtà e generano effetti sensoriali regolari. Cosa sono capaci di fare i bambini in questa fascia? 0-2 anni è una fascia molto ampia, infatti, ciò che il bambino sa fare all’inizio dello stadio (appena nato) è molto diverso rispetto a ciò che il bambino sa fare al termine dello stadio, sia in termini quantitativi che qualitativi.

All’inizio dello stadio il neonato non sa nulla del mondo in cui è nato, della realtà che lo circonda, deve imparare tutto. Il neonato ha a disposizione, per fare questo, comportamenti riflessi e poco altro. Poi, quando lo stadio senso motorio è arrivato a maturazione completa, intorno ai 2 anni, il bambino è in grado di produrre complesse forme sensomotorie e di usare simboli.                                                                                 

Piaget ha una visione gerarchica di questo stadio, all’interno del quale distingue 6 sottostadi:      

  1. Riflessi innati
  2. Prime abitudini e reazioni circolari primarie
  3. Reazioni circolari secondarie
  4. Coordinazione delle reazioni circolari secondarie
  5. Reazioni circolari terziarie, novità e curiosità
  6. Interiorizzazione degli schemi rudimentali
STADIO SENSOMOTORIOCOMPORTAMENTO
0-1 mesi: riflessiQuando un punto di luce si muove nel suo campo visivo, un bambino lo segue ma ignora la sua scomparsa
1-4 mesi: reazioni circolari primarieIl bambino osserva brevemente il punto in cui la luce è scomparsa, con un’espressione di aspettativa passiva
4-8 mesi: reazioni circolari secondarieGrazie alla capacità di coordinare semplici schemi, il bambino tocca e osserva il punto in cui l’oggetto è scomparso
8-12 mesi: coordinazione delle reazioni circolari secondarieIl bambino ricerca attivamente l’oggetto nel punto in cui è scomparso (ad esempio sposta o aggira una barriera dietro cui è stato nascosto)
12-18 mesi: reazioni circolari terziarieIl bambino è in grado di individuare l’oggetto che scompare e riappare in più luoghi (mantiene l’immagine mentale a lungo)
18-24 mesi: interiorizzazione degli schemiIl bambino cerca attivamente l’oggetto in più luoghi, immaginando l’oggetto mancante anche se lo spostamento non è stato osservato direttamente

Da azioni dirette da riflessi ed istinti, tipiche dei primi periodi dopo la nascita (inizi dello stadio), i bambini progrediscono verso il pensiero simbolico (fine dello stadio).

STADIO PREOPERATORIO (da 2 a 7 anni)

Significa prima delle operazioni. Questo stadio comprende una fascia molto ricca di conquiste dal punto di vista cognitivo, e non solo, per il bambino. I bambini iniziano ad utilizzare le rappresentazioni mentali per comprendere il mondo, quindi, non hanno più bisogno della concreta presenza degli oggetti, delle persone e degli eventi.

Il pensiero simbolico (che si esprime attraverso parole, immagini, disegni, etc.) è usato nelle rappresentazioni mentali, che vanno oltre la connessione tra informazione sensoriale e azione fisica. In questo stadio l’input sensoriale può anche non essere presente, perché quell’input sensoriale il bambino lo ha in mente, o immagazzinato. [Esempio: nel primo stadio il bambino aveva bisogno di vedere il biberon per poi applicare la suzione, in questo stadio il bambino può anche solo immaginare il biberon.]

Restrizioni nel pensiero a questo stadio: egoismo e irreversibilità; ossia, non immaginiamoci che in questo stadio il bambino abbia un pensiero maturo, dal punto di vista cognitivo ci sono dei limiti che sono abbastanza marcati; cioè, osservando il comportamento di un bambino, si vede subito che il pensiero è limitato e, principalmente, Piaget dice che è limitato da egocentrismo e irreversibilità. Questi limiti vengono colmati poi nello stadio operatorio concreto.

STADIO OPERATORIO CONCRETO (dai 7 agli 11 anni)

In questo stadio i bambini ragionano in modo logico su eventi concreti, comprendono il concetto di conservazione, organizzano gli oggetti in classi gerarchiche (diventano in grado di classificare) e dispongono gli oggetti in serie ordinate (seriazione). Quindi in questo stadio imparano un sacco di operazioni.

Le operazioni in questo stadio sono azioni:

  • interiorizzate: il bambino non ha bisogno di fare l’azione inversa manualmente, ma ce l’ha interiorizzata: fa le cose mentalmente;
  • coordinate: per risolvere i problemi ci vogliono due azioni coordinate: una mentale ma anche una fisica (perché l’hai vista compiere fisicamente), sono due schemi coordinati, raggruppati da strutture d’insieme caratterizzate da reversibilità in cui ogni operazione ha la sua inversa.

Questo stadio è detto concreto perché ancora, il bambino, ragiona su eventi concreti, su eventi che saranno ancora non riesce a ragionare ma lo fa, invece, su eventi concreti.

STADIO OPERATORIO FORMALE (dagli 11 anni in poi)

Stadio in cui le persone vanno oltre le operazioni concrete e maturano un pensiero sempre più astratto e logico. Gli adolescenti diventano capaci di creare pensieri idealistici.

L’adolescente è in grado di creare immagini di situazioni ideali e di speculare su qualità che desidererebbe per sé o per gli altri. Ad esempio, può farsi un’idea propria di come dovrebbe essere un genitore ideale.

Ha un suo pensiero ideale, proprio e astratto: “come vorrei essere io in futuro?”.

Inoltre, gli adolescenti pensano in modo più in modo logico rispetto ai bambini. Mentre i bambini tendono a risolvere i problemi con la modalità “per prove ed errori”(più legata al concreto), gli adolescenti sono capaci di un pensiero più vicino a quello scientifico in cui escogitano piani per risolvere problemi (senza attuarli nel concreto) ed esaminano sistematicamente le diverse soluzioni possibili: “ se io facessi così cosa potrebbe succedere?” non hanno bisogno di attuare le cose nel concreto.

 La teoria di Piaget è fondamentale per la comprensione dello sviluppo cognitivo.

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