Anche le emozioni cambiano nel corso dello sviluppo. I cambiamenti riguardano sia l’esperienza emotiva sia la competenza emotiva.
Michael Lewis, esperto di sviluppo emotivo, distingue tra:
Emozioni primarie
(o fondamentali) che accomunano esseri umani e animali, compaiono nei primi sei mesi di vita del neonato. Esse includono: la sorpresa, l’interesse, la gioia, la rabbia, la tristezza, la paura, il disgusto.
Emozioni auto-consapevoli
(o secondarie o sociali): richiedono auto-consapevolezza. Esse includono: empatia, gelosia, imbarazzo, orgoglio, senso di colpa, vergogna. Appaiono per la prima volta a circa 1 anno e mezzo – 2 anni. Alcune implicano, oltre che la consapevolezza di sé, anche quella dell’altro. È il caso dell’imbarazzo, dell’orgoglio, del senso di colpa, della vergogna, che implicano la reazione emotiva degli altri.
Pianto e sorrisi
Questi rappresentano le prime forme di comunicazione emotiva. Il pianto è il mezzo più importante che i neonati hanno a disposizione per comunicare. I neonati hanno almeno 3 tipi di pianto:
Pianto di base → un modello ritmico che consiste, generalmente, in un pianto, un breve silenzio, un fischio inspiratorio corto che ha una tonalità più alta del pianto principale, e poi una breve pausa prima del pianto successivo. La fame è una delle condizioni che scatenano il pianto di base;
Pianto di rabbia → simile al pianto di base, ma con una maggiore quantità d’aria spinta attraverso le corde vocali (associata a esasperazione o rabbia);
Pianto di dolore → un’improvvisa comparsa di un pianto sonoro senza la presenza di un lamento preliminare, questo pianto è lungo e seguito dal trattenimento del respiro per un periodo prolungato.
L’adulto diviene via via capace di riconoscere il significato del pianto del proprio bambino. Il pianto funge da segnale per il caregiver e ciò facilita l’instaurarsi delle prime interazioni e delle relazioni affettive.
Altro importante mezzo che i neonati hanno a disposizione per comunicare le proprie emozioni. Si distinguono 3 tipi di sorriso:
Sorriso endogeno o riflesso → un sorriso che non si manifesta in risposta a stimoli esterni, ma generalmente compare durante il sonno. È presente nel primo mese di vita;
Sorriso esogeno → un sorriso prodotto da sveglio, in risposta a stimoli acustici o visivi, come il volto o la voce umana.
Sorriso sociale → un sorriso che si manifesta come risposta specifica alle persone familiari, con le quali si instaura uno scambio reciproco. Compare intorno alle 4-6 settimane di vita.
La paura
La paura è una delle prime emozioni che si osservano nel bambino: appare generalmente intorno ai 6 mesi di vita e raggiunge il suo apice ai 18 mesi circa.
Paura dell’estraneo: è l’espressione più comune della paura in un bambino; si manifesta come diffidenza e paura nei confronti di persone sconosciute o poco familiari. Tende a presentarsi nella seconda metà del primo anno di vita, mentre prima non era presente. Aumenta fino al compimento dei 12 mesi.
L’ansia da separazione: un’altra forma di paura molto importante nella prima infanzia, molto collegata all’attaccamento. È la paura che il bambino esprime e che è connessa alla sicurezza del legame di attaccamento. Compare in genere durante la seconda metà del primo anno di vita, che è lo stesso periodo in cui inizia a stabilirsi (e poi si consolida alla fine del primo anno) il legame d’attaccamento. Il picco è intorno ai 15 mesi, poi va gradualmente decrescendo durante l’infanzia e il periodo prescolare.
La regolazione emotiva
Dai 2 anni d’età, i bambini possono usare il linguaggio per definire lo stato d’animo e il contesto che li turba (ad esempio “male cane paura”). Questo tipo di comunicazione sulle emozioni aiuta il caregiver nel sostenere il bambino a regolare le emozioni.
Man mano che i bambini crescono, i genitori modificano le loro aspettative circa le capacità dei figli di autoregolare le loro emozioni, e diventano gradualmente “più esigenti” rispetto a questo aspetto.