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GESTIONE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI E SOCIALI

Di Federica

Un buon insegnante deve essere in grado di stabilire una comunicazione aperta e autentica con i suoi allievi, evitando comportamenti relazionali negativi come forte disapprovazione, accanimento correttivo, intolleranza e paternalismo.

Vissuti emotivi-affettivi

Gli studi dimostrano che un ruolo importante nei processi di apprendimento è svolto dai vissuti emotivi-affettivi: insegnare implica capacità di ascolto e relazione, empatia e congruenza, incoraggiamento per promuovere la motivazione.

Il concetto di empatia è diventato molto importante per la psicologia umanistica, in particolare Rogers.

L’empatia è un processo che ci consente di “metterci nei panni dell’altro”, per comprendere il significato personale e soggettivo delle sue parole. L’empatia aiuta anche il soggetto a comprendere meglio se stesso, a far silenzio dentro di sé per poter accogliere l’altro per come si presenta nel qui-ora, senza giudizi.

La congruenza, è la capacità di tenere insieme i diversi livelli della realtà, tenendo insieme parole e pensieri ma anche sentimenti ed emozioni.

Gestione dei conflitti

Un’area sensibile è quella della gestione dei conflitti fra insegnante e allievo ma anche fra gli allievi.

Davanti ai conflitti, è importante non lasciarsi spaventare, altrimenti la classe prenderà il sopravvento. In caso di conflitti con un allievo, è importante evitare la “lotta aperta”, che potrebbe rinforzare gli atteggiamenti provocatori.

Thomas Gordon indica tre tecniche di comunicazione per modificare comportamenti inadeguati:

  • L’ascolto attivo, cioè accogliere il messaggio dell’alunno senza esprimere giudizi;
  • Il Messaggio-Io, tecnica attraverso cui il docente fa realizzare all’alunno le conseguenze del suo agire sugli altri;
  • Risoluzione dei conflitti con il problem-solving, ossia un metodo che porti a trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti.

Il lavoro di gruppo

Oltre alla relazione insegnante-allievo, è importante costruire e mantenere un ambiente socio-relazionale positivo anche fra gli allievi. Il lavoro di gruppo sembra essere il metodo ideale per promuovere valori come la solidarietà, la cooperazione, la responsabilità, che sono alla base del senso di soddisfazione e di identità scolastica.

Tuttavia, lavorare in gruppo non è per niente semplice. Un gruppo è un’entità complessa, unione di bisogni individuali, di gruppo e dell’organizzazione del senso di appartenenza.

L’attività di gruppo è spesso ostacolata, deviata e favorita da attività mentali con tendenze emotive: il conflitto è una delle situazioni più ricorrenti nelle attività di gruppo e la sua risoluzione richiede molto tempo ed energie.

Nella vita di gruppo possiamo distinguere due dimensioni: una interna o fantasmatica, una reale che riguarda la struttura osservabile del gruppo, una rappresentativa relativa a modelli culturali e cognitivi e una sociale, relativa al senso di appartenenza istituzionale.

Apprendimento a distanza

Più critica è, invece, la gestione di gruppi di apprendimento online. Se la CMC favorisce la comunicazione, indipendentemente da vincoli spazio-temporali, dall’altra parte la frammenta, poiché il soggetto non può vedere direttamente le reazioni dell’interlocutore alle sue azioni.

Per favorire la costruzione e la gestione di un gruppo online sono necessarie delle condizioni:

preselezione escludere situazioni non sostenibili (es. mancato accesso alle tecnologie, conoscenza insufficiente);

riduzione del gap iniziale: conseguire un livello adeguato di conoscenza di contenuti, tecnologie e tecniche di comunicazione in rete;

costituzione: favorire la costruzione di gruppi attraverso un esperto  di dinamiche collaborative;

clima sociale e culturale di gruppo: promuovere senso sociale e di appartenenza. Il clima sociale si stabilisce in funzione del senso di sicurezza e dell’autostima individuale;

esplicitezza degli impegni: assumere impegni rispetto a ruoli, tempi e modalità di interazione.

gestione della collaborazione: processo di controllo quotidiano, volto a garantire una buona qualità dell’interazione nel suo complesso, considerando che l’attività deve essere funzionale a consolidare le dimensioni costitutive del gruppo stesso, in rapporto all’equità, al rispetto dei tempi, al clima socio-relazionale, alla capacità critica, alla storia e memoria del gruppo;

autoriflessività: consapevolezza dei soggetti dello specifico apporto offerto al gruppo e del gruppo in rapporto alla capacità di pensarsi come un “noi”.

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