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DALL’OLOFRASE ALLE ESPRESSIONI CON DUE PAROLE

Di Federica

Nel corso dello sviluppo del linguaggio, in particolare nel periodo compreso tra i 18 e i 24 mesi, i bambini passano dall’utilizzo dell’olofrase a quello delle espressioni composte da due parole.

Olofrase

Frase che consiste di una sola parola, in cui il significato implicito nella parola singola equivale a quello di una frase completa (ad esempio, il bambino dirà “biscotto” per indicare  “voglio un biscotto”).

Per identificare il significato delle espressioni olofrastiche è spesso necessario fare riferimento al contesto interattivo extralinguistico, ossia osservare l’uso concomitante che il bambino fa di sguardi e gesti.

Ad esempio, vedendo l’automobile del papà, un bambino che rientra a casa con la mamma potrebbe dire “brum-brum” e contemporaneamente indicare o guardare l’oggetto di fronte a sé. La comunicazione che il bambino intende trasmettere alla mamma sarebbe in realtà “quella è la macchina di papà”, contenuto che può essere colto soltanto facendo riferimento ad aspetti contestuali, alla conoscenza pregressa che la madre ha delle modalità comunicative del figlioletto, allo sguardo e al gesto d’indicazione del bambino.

Esempio di come i bambini utilizzano le olofrasi all’interno di scambi diadici:

  • Mamma: “Andiamo”
  • Bambino: “Bimbi”
  • Mamma: “Sì, andiamo al parco dai bimbi”
  • Bambino: “Palla”
  • Mamma: “Sì, portiamo la palla”

Gli interventi dell’adulto e del bambino si alternano l’uno all’altro conferendo senso alla comunicazione complessiva. L’adulto completa ed espande l’enunciato originario del bambino. Questo genere di struttura “verticale” è preparatorio all’utilizzo di frasi vere e proprie, fungendo da prototipo.

Combinazioni transmodali

Già a partire dai 16 mesi, il bambino produce combinazioni parola-gesto chiamate combinazioni transmodali. In base al contenuto trasmesso, queste si distinguono in:

Combinazioni equivalenti, in cui entrambi gli elementi trasmettono lo stesso significato (ad esempio dire ”ciao” e fare “ciao-ciao” con la mano);

Combinazioni complementari, in cui i due elementi si riferiscono allo stesso referente, ma uno di questi è un elemento deittico (ad esempio indicare un cane e dire “cane”);

Combinazioni supplementari, in cui uno dei due elementi aggiunge informazioni all’altro, sia riferendosi allo stesso referente (ad esempio indicare un cane e dire “dorme”) sia riferendosi a referenti distinti (ad esempio indicare un bicchiere e dire “mamma”).

I criteri necessari per poter parlare di combinazione di parole sono:

  • Concatenamento temporale: ossia le parole devono essere prodotte in stretta successione temporale;
  • Relazionalità semantica: il significato della combinazione è diverso da quello delle singole parole che la compongono;
  • Legame strutturale significante: ad esempio l’intonazione.

Il bambino non passa subito dalle singole parole alla loro combinazione; ci vuole un po’ prima che tutti e tre i criteri siano soddisfatti.

C’è una fase intermedia di forme transizionali o di transizione verbale in cui il bambino produce qualcosa di più delle singole parole, ma non ancora vere e proprie combinazioni di parole.

Parole concatenate

Due parole dette in stretta successione temporale senza che insieme rappresentino un significato nuovo. Ad esempio, mentre guarda le illustrazioni di un libro, il bambino dice “gatto, topo”. Oppure un vocativo di richiamo e la parola relativa all’oggetto/evento su cui il bambino vuole attirare l’attenzione. Ad esempio “mamma, cane”, mentre indica un cane.

La gamma di significati che i bambini riesco a esprimere con le espressioni a due parole comprendono:

  • Identificazione (“Vedo cane”);
  • Luogo (“Libro lì”);
  • Ripetizione (“Ancora latte”);
  • Negazione (“No lupo”);
  • Possesso (“Mia caramella”);
  • Attributi (“Macchina grande”);
  • Agenteazione (“Mamma cammina”);
  • Oggetto di azione diretta (“Colpisce te”);
  • Oggetto di azione indiretta (“Dare papà”);
  • Azione-strumento (“Taglia coltello”);
  • Domanda (“Dove palla?”);

Tutte queste funzioni sono assolte da espressioni a due parole. Mentre il bambino prima con un’unica parola indicava un’unica parola con l’olofrase che corrispondeva ad un’intera frase, qua due parole corrispondono ad un’intera frase il bambino man mano che matura sta diventando da sintetico sempre più analitico e certamente nella seconda infanzia c’è un ulteriore maturazione.

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