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COMPORTAMENTISMO: L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO NON È UNA COSA SEMPLICE

Di Federica

Il comportamentismo è una corrente psicologica moderna, secondo cui l’unico oggetto possibile di una psicologia scientifica è costituito da un comportamento manifesto, cioè dall’insieme delle reazione dell’organismo umano ed animale osservabili dall’esterno dell’organismo stesso e verificabili intersoggettivamente.

L’idea di fondo è che non ci sia un mondo interiore ma c’è una psicologia scientifica che NON parli di mente.

Per i comportamentisti l’apprendimento consisteva nell’associare una risposta comportamentale a uno stimolo che può essere esogeno (proveniente dell’esterno) o endogeno (proveniente dall’interno stesso dell’organismo).

Il comportamento è solo quello osservabile e quindi avviene grazie a risposte.

Es. se uno ha sete, beve; se uno ha fame, mangia.  Per i comportamentisti si apprende il linguaggio come si apprende qualsiasi cosa. Il bambino avrà appreso quando notiamo che c’è una relazione costante tra stimolo e risposta.

A questo punto, quando capiamo la risposta la rinforziamo. Il rinforzo può essere positivo o negativo. Ad esempio: uno degli esempi più utili è quello della gabbia di Skinner con il topo.

Una cosa che è stata notata è che i rinforzi positivi sono molto più utili di quelli negativi (spesso con lo stimolo negativo eccessivo può impedire l’apprendimento).

Bloomfield

Tutto ciò che un bambino deve fare è “essere in grado di associare uno stimolo a una risposta. Dunque, è formando nuove associazioni o sistemando quelle già acquisite che avviene lo sviluppo”. Ad esempio: il bambino che dice “baba” e intende dire bambola, alla sua richiesta gli verrà data la bambola. Poi però dovrà migliorarsi e capirà che “baba” non è più gratificante e che se vuole la bambola deve dire “bambola”.

Alla base dell’apprendimento linguistico ci sarebbe un meccanismo di associazione tra le parole imparate la situazione in cui vengono pronunciate. Uno stimolo produce una risposta verbale. Alcuni stimoli producono una risposta verbale per essere soddisfatti.

Critiche al comportamentismo

① Si richiede che un termine sia sempre usato in presenza di un oggetto.

② La situazione in cui il genitore in presenza di un oggetto ne proferisce il nome non è universalmente diffusa. Anche perché non sempre l’adulto è presente e insegna le varie parole al bambino, ci deve essere un contesto educativo in cui l’adulto gli sta sempre dietro (avvenimento per lo più occidentale, dato che nei paesi orientali, come ad esempio la Thailandia, spesso i bambini devono imparare da soli ogni cosa e non è presente la figura del genitore se non in parte)

③ Si presuppone che il bambino capisca che il segno sta per qualcosa nel mondo esterno senza mai specificare veramente che cosa vuol dire che una cosa sta per un’altra.

④ Non spiega perché l’acquisizione del linguaggio inizi verso il 1° anno, se tutto ciò che serve al bambino per imparare è il processo associativo.

I comportamentisti non hanno una teoria del segno. Tale modello è stato per lo più abbandonato anche se in alcuni casi viene ancora utilizzato: ad esempio quando ci troviamo difronte a un bambino con gravi disabilità questo modello è il più utile.

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