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COMPRENSIONE E REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Di Federica

Nel corso della seconda infanzia, le emozioni auto-consapevoli, comparse intorno ai 18 mesi di vita, diventano più comuni. Orgoglio, vergogna, senso di colpa sono influenzate dalle risposte degli adulti, ad esempio, un bambino può sperimentare senso di colpa se il genitore gli fa notare “Dovresti sentirti cattivo a picchiare tua sorella”.

Durante gli anni prescolari, un ruolo primario nell’espressione delle emozioni spetta al lessico emotivo. Esso è una componente della competenza emotiva e consiste nell’insieme dei termini del vocabolario che il bambino utilizza per riferirsi a emozioni provate da sé stesso e dagli altri. Aumenta considerevolmente tra i 2 e i 4 anni.

Comprensione delle emozioni

È la capacità di dare significato a eventi emotivi propri e altrui, anche riconoscendone le cause. Queste possono essere sia esterne alla persona, sia interne (desideri, credenze, ricordi, etc.)

Capire le proprie emozioni e quelle altrui consente di partecipare a scambi sociali adeguati. Importanti elementi che fanno parte e consentono la comprensione emotiva sono:

  • la comprensione delle espressioni facciali;
  • la comprensione e l’utilizzo di un lessico psicologico che comprende un vocabolario emotivo;
  • la comprensione di emozioni complesse come orgoglio, vergogna, ansia…
  • la comprensione della possibilità di poter provare più emozioni contemporaneamente e, in alcuni casi, in conflitto tra loro.

La comprensione delle emozioni proprie e altrui è una parte importante della teoria della mente.

La comprensione emotiva è connessa anche alla capacità di riconoscere quali siano le cause principali (interne vs. esterne) alla base del manifestarsi di una emozione.

Durante Primo anno e mezzo di vita: i bambini sviluppano la compressione delle espressioni facciali e dei segnali emotivi, imparando a ricavare da questi indizi informazioni utili per capire le interazioni e le relazioni tra persone.

Bambini di 4 anni con sviluppo tipico sono già molto competenti nell’attribuire le cause delle emozioni alle persone con le quali intrattengono relazioni affettive importanti (fratelli, genitori, amici, etc.).

Regolazione delle emozioni

Essa consiste nel controllare o attenuare efficacemente il proprio stato di attivazione o eccitamento psico-fisiologico (arousal) per adattarsi e raggiungere uno scopo. L’arousal implica uno stato di allerta o di attivazione, che può raggiungere livelli troppo alti per un funzionamento efficace. La rabbia, per esempio, spesso richiede una regolazione.

Per esempio, se io devo dare un esame e sono talmente agitato che l’agitazione non mi permette neanche di bere un sorso d’acqua perché mi chiude la gola e non mi riesce nemmeno di parlare bene perché tremo, allora io non potrò sostenere quell’esame e non potrò raggiungere il mio obiettivo, perché l’ansia che provo mi sovrasta e mi impedisce di raggiungerlo. Anche nei bambini succede una cosa simile.

L’abilità nel controllare le proprie emozioni aumenta con lo sviluppo ed è strettamente legata all’espressione e alla comprensione emotiva.

I processi di regolazione emotiva possono essere interni al soggetto (autoregolazione) o esterni al soggetto, per cui quest’ultimo dipende da altre persone per la propria regolazione (eteroregolazione).

Dinamiche per la regolazione delle emozioni durante l’infanzia

Le dinamiche per la regolazione delle emozioni durante l’infanzia sono diverse e vale la pena considerarle brevemente:

  • Stimoli da esterni a interni

I neonati non sanno autoregolarsi e la regolazione delle loro emozioni dipende da stimoli esterni, rappresentati in massima parte dai loro genitori.

L’intervento dei genitori come regolatori delle emozioni del bambino è fondamentale nel primo anno di vita. Essi calmano il bambino quando è agitato o si trova in uno stato di sofferenza fisica (mal di pancia, fame, freddo), lo cullano, lo accarezzano, cercano di distrarlo.

Man mano che crescono e sviluppano competenze sempre maggiori, i bambini arrivano a padroneggiare la regolazione delle proprie emozioni.

  • Strategie cognitive

Con l’età, aumenta anche il ricorso a strategie cognitive per la regolazione delle emozioni, come il pensare alle situazioni sotto una luce positiva, l’evitamento cognitivo, lo spostamento e la focalizzazione dell’attenzione.

  • Attivazione emotiva (arousal)

Crescendo, i bambini diventano via via più capaci di controllare il loro eccitamento emotivo, ad esempio il controllo delle esplosioni di rabbia.

  • Scegliere e gestire contesti e relazioni

Con l’età, aumenta anche la capacità di selezionare e gestire situazioni e relazioni in modi utili a ridurre le emozioni negative. Ad esempio, grazie allo sviluppo motorio, ad un certo punto il bambino che ha imparato a camminare e a correre può deliberatamente allontanarsi o scappare da ciò che lo spaventa.

  • Fronteggiare lo stress

Man mano che i bambini crescono, divengono sempre più abili nell’utilizzo di strategie per far fronte allo stress (strategie di coping).

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